Sei attivisti di Ultima Generazione fermati dopo aver imbrattato la facciata del Ministero della Giustizia con carbone vegetale.
Questa mattina, 20 maggio, il ministero della Giustizia è stato teatro di un’azione dimostrativa da parte degli attivisti di Ultima Generazione. Sei di loro sono stati fermati dopo aver imbrattato la facciata dell’edificio con del carbone vegetale nero, spruzzato attraverso un estintore. In totale, erano 14 i manifestanti presenti, secondo quanto riportato dal comunicato stampa dell’associazione.
Le conseguenze e le reazioni politiche
Ultima Generazione ha voluto attirare l’attenzione sulla crisi climatica e i dati preoccupanti relativi agli eventi meteorologici estremi del 2023: “378 eventi estremi, 12 mila persone senza casa, 13 miliardi di danni e 456 milioni di tonnellate di CO2 emesse da Eni. Vogliamo giustizia!” recita il comunicato. Un attivista, di professione operaio agricolo, ha dichiarato: “Pretendiamo che il ministro Carlo Nordio faccia rispettare l’articolo 9 della Costituzione, che tutela l’ambiente e gli ecosistemi, anche nell’interesse delle future generazioni.”
La dimostrazione di oggi è solo un preludio alla grande manifestazione prevista per il primo ottobre in Piazza del Popolo a Roma. Ultima Generazione promette un periodo di mobilitazione senza precedenti: “Niente sarà più come prima dopo il primo ottobre. Partirà un periodo di mobilitazione senza fine e senza precedenti.”
Nel frattempo, non si sono fatte attendere le condanne politiche per l’atto di vandalismo. Francesco Paolo Sisto, viceministro della Giustizia di Forza Italia, ha dichiarato: “L’atto di vandalismo di Ultima Generazione contro la sede del ministero è un’iniziativa inqualificabile. In una democrazia, la rivendicazione delle proprie convinzioni e l’espressione delle proprie idee devono avvenire nel rispetto della legge. L’accanimento sistematico contro le sedi istituzionali o i monumenti storici è sintomo di una mancanza di senso civico e di rispetto verso la comunità.”
L’impatto della protesta sulla società italiana
Le azioni di Ultima Generazione stanno suscitando un dibattito acceso sul modo più efficace e legittimo di portare avanti le battaglie ambientaliste. Da un lato, c’è chi vede in queste azioni un mezzo necessario per attirare l’attenzione su un’emergenza climatica trascurata. Dall’altro, c’è chi condanna fermamente questi atti, ritenendoli un attacco alle istituzioni e un danno al patrimonio comune.
Il futuro delle proteste climatiche in Italia sembra destinato a intensificarsi. Ultima Generazione ha già dimostrato di non voler arretrare di fronte alle critiche e alle azioni legali. La manifestazione del primo ottobre potrebbe segnare un punto di svolta nella mobilitazione ambientale italiana, spingendo ulteriormente il dibattito pubblico e le azioni governative verso una maggiore consapevolezza e intervento sul tema climatico.